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di Lucrezia Radice

Con il termine “rigenerazione urbana” si intendono tutte quelle azioni di riqualificazione del tessuto urbano esistente, che hanno il fine di salvare le zone più degradate e migliorarne la qualità della vita.

Il meccanismo si basa sulla capacità di reinventare l’uso degli spazi tramite interventi di natura sociale, culturale e ambientale. Quest’ultimi sono a carico delle istituzioni, ma possono essere sviluppati e finanziati anche da privati e da i cittadini.

Un’importante caratteristica di questo processo è l’annullamento di demolizioni e costruzioni, il lavoro deve essere svolto sul patrimonio edilizio preesistente. Ciò che si vuole ottenere non è soltanto una fredda e asettica riqualificazione in termini funzionali e fisici ma si vuole anche puntare all’animo della popolazione, a coloro che vivono concretamente all’interno di quegli edifici e di quei quartieri. Lo sguardo è rivolto al desiderio di creare degli spazi pubblici per alimentare la partecipazione sociale. In questo quadro generale l’arte, con le sue caratteristiche prime, si adopera al recupero delle periferie.

La street art è nata negli anni 80 in America come una cultura “contro” del momento.  La si può definire come l’evoluzione del Graffitismo che comincia ad invadere le periferie più degradate.

La scelta geografica è legata al desiderio, da parte dell’artista, di ottenere una fruibilità sempre maggiore, fino al raggiungimento dell’universale con strategie e tecnologie più accurate. L’arte, come dice Lozano Hemmer, vive solamente in relazione all’osservatore e se essa non viene fruita non ha ragione di esistere. Alla base di questo, oggi l’arte si delinea come portavoce dei desideri della società. L’arte di strada, come ieri, anche oggi si insidia sui grandi muri del tessuto urbano al limite della legalità, in mano a numerose critiche, per parlare a tutti. Questa non è un’arte vincolante: comprensibile perciò solamente a una stretta cerchia di persone, ma un’arte per tutti che grazie ai suoi caratteri riesce facilmente a trasmettere i suoi messaggi.

Nella street art l’illegalità è favorita dalla grande facilità con cui è possibile praticare quest’arte, che è anche il suo punto forte grazie al quale viene utilizzata dalle istituzioni per la riqualificazione urbana. La street art non è solamente un metodo di abbellimento o una ricchezza estetica per una città, ma un invito alla cultura, una meta turistica.

La Milano di oggi sta subendo numerosi di questi interventi grazie all’appoggio del Comune che da poco ha firmato un patto con i writers mettendo a disposizione 100 muri liberi dove dare sfogo alla propria creatività. Questo fenomeno si è allargato anche ai negozi, alle associazioni e perfino alle chiese concedendo un po’ di colore sopra i propri muri. Alcuni di questi sono realizzati dalla mano di Millo, un artista di origini pugliesi, classe 1979, che grazie ai suoi Muralas ha restituito vitalità ad alcune zone della città. Nasce così la storia di due cuori rossi, tra via Morosini e via Bezzecca, che si muovono all’interno di uno spazio urbano in bianco e nero. Questi semplici segni grafici hanno restituito gioia, sorrisi e vita a bambini ed adulti. “Quel luogo è stato per decenni così degradato che non avevano il coraggio di guardare fuori della finestra”, oggi questo quartiere prende il nome di “Giardino delle culture”.

Un altro simile intervento è avvenuto a Roma nel quartiere di San Basilio dove i cittadini di questi palazzi, aiutati da artisti, si sono adoperati a dipingere i muri delle loro abitazioni creando uno spazio vivibile e sociale.

La street art porta con sé immagini commemorative, come si può vedere sui muri della Fabbrica del Vapore che riportano il volto di Nelson Mandela in onore ai vent’anni della democrazia in Sud Africa.

Il trionfo di colore e di stili differenti, non casuale, si può ricondurre alla tendenza dell’eliminazione delle differenze. Gli autori di questo murales sono Ivan, riconoscibile dal carattere delle sue scritte, Pao per forma semicircolare dei personaggi, Orticanoodle autore del volto di Mandela ottenuto attraverso macchie di colore chiamate “comuflage” e Nais autrice della colomba.

Per Pao lo spazio pubblico diventa non lo sfondo ma l’oggetto dell’opera capace di creare delle relazioni con il territorio. Tra le strade di Milano possiamo riconoscere divertenti dissuasori stradali trasformati in pinguini o in delfini che fanno sorridere bambini e adulti animando e colorando la città.

Un importante prerogativa del mondo dell’arte è l’assenza di una qualsiasi disuguaglianza, disparità di sesso o differenza del colore della pelle. L’arte non ha confini, non prevede ostacoli: è un fluire cromatico che porta con sé e trasmette sentimento ed emozione. Quest’ultima frase è riconducibile a Pachuca, una cittadina povera in Messico che grazie all’intervento di alcuni artisti ha ridato ai cittadini l’orgoglio di vivere in questo paese.

Anche nel nord di Philadelphia, luogo degradato, l’arte ha regalato un segno distintivo della città realizzabile in fretta e con pochi soldi, riqualificando la via centrale del paese.

La grande visibilità delle immagini riesce a diffondere messaggi sociali e di denuncia.

In una delle favelas più pericolose di Rio de Janerio, conosciute per la sua criminalità, nel 2008 JR, un artista francese, ha voluto dare omaggio alle Donne.

A coloro che svolgono un ruolo essenziale nella società, ma che sono le principali vittime di stupri, criminalità, guerre e fanatismo politico e religioso.

JR ha incollato sui muri attraverso il bricolage, come sono le favelas stesse, foto di volti di donna sopra i muri scrostati delle case adattandosi a fili sporgenti dell’elettricità ed inserti in plastica, tra il traffico e i colpi di pistola.

Questi volti locali hanno attraversato il globo su autotreni in Kenya, trasporti pubblici in Sierra Leone e hanno solcato oceani sopra una nave di 363 metri che ha lasciato il porto di le Havre, in Francia, per attraversare il mondo fino alla Malesia. 

Questo progetto che porta il nome “woman are heroes” celebra la forza delle donne nell’affrontare qualsiasi situazione e difficoltà. Questo staff di artisti ha voluto suscitare attraverso queste immagini emozioni e sentimenti negli occhi e nel cuore di chi vede queste immagini allontanarsi o avvicinarsi da un orizzonte infinito. Tutto gioca attorno all’espressione vera ed autentica di queste donne che portano con sé, con grande coraggio, tutti i pesi del mondo. Nei loro occhi compare il grande peso, la sofferenza e contemporaneamente l’incredibile forza.

“WOMAN ARE HEROES IS A PROJECT WITH MANY IMAGES AND LITTLE WORDS. JR’S INTENTION IS TO HIGHLIGHT THE DIGNITY OH WOMEN WHO OCCUPY CRUCIAL ROLES IN SOCIETIES, AND FIND THEMSELVES VICTIMS OF WARTIME, STREET CRIME, SEXUAL ASSAULT, AND RELIGIOUS AND POLITICAL EXTREMISM. THIS PROJECT TAKES PLACE IN AFRICA, BRAZIL, IONDIA AND CAMBODIA.”

Con Jr l’arte attraversa il mondo parlando a tutte le donne e a tantissimi uomini. Il suo significato non si legge attraverso difficili interpretazioni, ma la denuncia di questi temi sociali e attuali ha la forza e la capacità di catturare l’attenzione degli spettatori, di un numero infinito di persone che, anche se per poco, volge lo sguardo nella direzione di queste immagini e inconsciamente sviluppa un pensiero e un’emozione nell’animo.

L’arte, a parer mio, può essere utilizzata come uno strumento di riflessione anche da parte delle istituzioni in quanto le immagini possono affrontare delicati temi sociali che hanno a che fare con la vita di tutti, con l’obiettivo di suscitare un pensiero critico e un senso di avvertimento e di responsabilità.

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